lunedì 17 dicembre 2007

AIVON1 IL PORTIERE CHE HA PAURA DEL CIELO

Aivon1, il portiere che ha paura del cielo, è un auto critica che faccio a me stessa, il titolo è stato copiato dal giornale l'eco di bergamo riguardava il portiere Coppola atalantino di adozione, ma il titolo lo fatto mio, è si perchè mi ci rivedo in queste parole, non perchè voglio essere paragonata ha un portiere di serie A, ma ci mancherebbe, non sono altro che una minuscola formichina rispetto a loro...e poi dai non lo faccio per lavoro questo sport, ma per puro divertimento, è solo che leggendo questo titolo mi son venuti in mente i miei punti deboli che non sto ad elencare perchè già conoscete e non vi sembra un titolo azzeccato anche per me? E penso che abbiate capito anche il perchè ? Non è un sondaggio! Concludo scrivendo qui sotto un pezzetto di articolo del giornale:

La porta non è un posto comodo
Dicono che la porta non sia un luogo comodo, che è un po' come stare in gabbia, con davanti una prateria che, scrive Gianluca Favetto, «puoi correre soltanto con gli occhi». Sì, il portiere è un viaggiatore immobile, abitante di un posto dove finisce il mondo e dove ogni volta ricomincia. La porta puzza di frontiera, di ultima fermata, di solitudine. E il suo inquilino è l'unico a praticare uno sport individuale all'interno di una squadra, quello che deve sempre fare i conti con la malinconia dell'isolamento. Un portiere vive di attese, di pazienza e di ansie. Qualcuno ha scritto che stare in porta non è giocare, è fare la sentinella, il raccattapalle aggiunto. Per questo tra i bimbi in cortile è sempre quello più scarso che finisce tra i pali. Però, è forse anche il più eroico tra i ruoli, quello che contiene il concetto di sacrificio, l'estremo difensore che si immola lanciandosi tra le gambe avversarie, quello che porta con sé un pizzico di incoscienza, di follia artistica. Un mestiere che si adora e si maledice, fissato nell'eterno chiaroscuro, capace di trasformarti in salvatore della patria per una parata che sembrava impossibile e subito dopo di precipitarti all'inferno se tentenni su una presa. Sotto una traversa non esistono mezze misure.
L'eco di bergamo 17/12/2007

6 commenti:

Nick ha detto...

un po' triste, ma molto vero e ... poetico.

AIvon 1 ha detto...

L'articolo è triste cecio? a me non sembrava...va bhè il titolo non mi si addice?

Anonimo ha detto...

Aivon, devi fare come me, quando ti rompi corri verso la porta avversaria e cerca di segnare, magari su calcio d'angolo!
Chiedere a Cecio per conferma.
Ciao

Marco ha detto...

Bell'articolo Aivon! Il titolo è azzeccato...però questa paura vediamo di vincerla! =D
@William: proveremo anche il tuo schema in allenamento...hehe.

AIvon 1 ha detto...

Magari come schema possiamo proporlo ogni tanto, quando nelle partite non c'è più nulla da perdere

Serena 9 ha detto...

@ivonne: ed è proprio per non farti annoiare che sabato lasciavamo tirare in porta le avversarie!!!!!!!